Dopo l’affascinante viaggio che abbiamo fatto grazie ad Architettura Sonora attraverso le modalità di ascolto e le tecnologie audio più in voga per arredare e strutturare gli ambienti, proviamo a tirare le somme: che idea di audio ne esce?
Si racconta che Albert Einstein, una volta, alla maliziosa domanda di un giornalista americano che gli chiedeva se conosceva la velocità di propagazione delle onde sonore, abbia risposto: “Non tengo a mente questo tipo di informazioni, perché si possono facilmente reperire sui libri.” Ecco, nel nostro piccolo, con il “viaggio nel suono” che il catalogo e le competenze tecnologiche di Architettura Sonora ci ha consentito di fare e di pubblicare, speriamo di aver fornito al lettore interessato uno strumento di facile consultazione per scoprire dati che… avrebbero fatto comodo anche ad Albert Einstein!
L’importanza di materiali e tecnologie
La ricognizione dell’ascolto secondo Architettura Sonora non può non partire da alcune considerazioni sull’importanza dei materiali, delle tecniche costruttive, delle forme e delle tecnologie sulle quali si basano i prodotti dell’azienda, che si configurano come un mix di design, artigianato e tecnica, con grande varietà di rivestimenti e soluzioni progettuali pensate per tutti gli ambienti e per ogni situazione, sia indoor che outdoor. A ciò si affianca come altro aspetto fondante di Architettura Sonora l’utilizzo di trasduttori elettroacustici professionali, grazie ai quali eleganti elementi di arredo diventano garbati ma efficaci diffusori acustici ad alte prestazioni.
Con “trasduttori professionali” si indicano i prodotti che si trovano all’interno degli impianti sonori utilizzati in concerti, festival ed in generale in tutti i grandi eventi che si tengono in locali, teatri, stadi, parchi e così via. Oltre alla irrinunciabile qualità sonora, in tali applicazioni si richiedono in primis affidabilità e resistenza alle condizioni climatiche più varie, affinché l’oggetto possa essere utilizzato frequentemente e per lungo tempo in ogni situazione; per ridurre inoltre il numero di diffusori da installare nonché minimizzare i costi connessi a movimentazione e trasporto, ogni trasduttore deve possedere una grande tenuta in potenza ed un’elevata efficienza di trasduzione, per produrre un importante livello sonoro anche a fronte di consumi elettrici contenuti.
Omnidirezionalità come… linea guida!
Fondamentale anche la predominanza nel catalogo di Architettura Sonora di moduli omnidirezionali, che proiettano il suono in tutte le direzioni.
Per quanto non sia l’unica linea guida che può essere seguita per arredare a livello acustico un ambiente, la scelta di moduli omnidirezionali assicura un’esperienza sonora avvolgente a prescindere dalla posizione: una scelta che si adatta perfettamente a situazioni in cui l’ascoltatore non è fermo nello stesso punto, ma si sposta all’interno dell’ambiente, esplorandolo e vivendolo nella sua interezza.
Per restare nell’ambito della fisica, visto che abbiamo citato Einstein, per par condicio citiamo anche Erwin Schrödinger, uno dei padri della meccanica quantistica: l’omnidirezionalità è un po’ come la sua celebre “funzione d’onda”, una “nube di probabilità” che colloca ovunque nello spazio le particelle, sino a quado non si compie un’osservazione… o un ascolto! Un ambiente è ben sonorizzato quando non eistono posizioni privilegiate rispetto ad altre e la medesima qualità di ascolto è garantita in tutto lo spazio (e va bene, altrimenti Einstein si lamenta: dello spaziotempo!). Il tutto senza sacrificare il design, fattore fondamentale soprattutto per applicazioni indoor: la filosofia di Architettura Sonora punta non solo a ridefinire la forbice che divide il diffusore acustico dall’oggetto d’arredo, ma più in generale a rivoluzionare il modo stesso di vivere e concepire il suono negli ambienti.
Un catalogo vasto e variegato, con soluzioni differenti per caratteristiche acustiche e stilistiche, è un potente strumento che permette di arredare e configurare un ambiente attribuendo agli effetti acustici (riflessioni, diffrazioni, ombre acustiche, ecc..) la stessa importanza e la stessa efficacia dei più consueti effetti luminosi che si ottengono tramite lampade o altri elementi.
Contrarie eppure complementari, le applicazioni per interni o esterni sono le due inevitabili “facce” della progettazione audio. Nell’arredo di un ambiente all’aperto, i fattori fondamentali da considerare sono principalmente tre: la potenza necessaria a sonorizzare uno spazio in cui il suono, non essendo limitato da muri o ostacoli, tende a scappare via, la resistenza del diffusore acustico agli agenti atmosferici e la sua capacità di armonizzarsi nell’ambiente, sia a livello estetico che funzionale. Al chiuso come all’aperto è importante, inoltre, la suddivisione in zone ben distinte, in modo che l’audio di un’area non interferisca con quello di un’altra, rovinando entrambi gli scenari! Se per le zone che si sviluppano attorno a un centro potrebbe essere adatto l’utilizzo di moduli omnidirezionali, le zone disposte ai limiti dell’ambiente potrebbero invece essere coperte acusticamente da moduli direzionali, capaci di concentrare il suono in una zona ben precisa; è dunque fondamentale avere in catalogo tutte le proposte, per lasciare la massima libertà all’arredatore.
L’arredo acustico di un interno, d’altronde, presenta sfide proprie, legate essenzialmente alla necessità di integrare i moduli audio nell’ambiente mantenendone lo stile architettonico. In questo caso, gli alleati più preziosi sono i modelli che offrono la possibilità di personalizzare il rivestimento esterno con materiali e toni differenti, e il compito del progettista e dell’installatore può essere assimilato a quello di posizionare nell’ambiente delle sorgenti luminose: la scelta di piantane, lampadari, applique a muro o abat-jour è paragonabile a quella di diffusori acustici a pavimento, pendenti, a muro o posizionabili sulla mobilia.
Una conclusione: bellezza e funzionalità non sono in contrasto
Abbiamo aperto con Einstein, e per coerenza chiudiamo sempre in chiave fisica: cosa abbiamo imparato, al fondo, da questo viaggio attraverso Architettura Sonora? Essenzialmente che, come per molti fisici le teorie non devono essere solo funzionali, ma anche “belle”, matematicamente eleganti (e lo stesso Einstein non mancò mai di ammirare lo splendore formale di certe teorie, anche non sue), allo stesso modo un impianto di diffusione sonora, pur mantenendo la funzionalità, può inscriversi negli ambienti in maniera gradevole ed esteticamente appagante, facendo del suono un vero e proprio elemento d’arredo o di design e creando una nuova branca del design stesso, che potremmo chiamare “atmosfera sonora”. Fondamentale disporre delle giuste competenze e dei prodotti adeguati, con la customizzazione tra le caratteristiche fondamentali per soddisfare ogni esigenza.