Sulla scia degli ultimi approfondimenti, dedicati all’empowerment femminile nel mondo professionale, ampliamo lo sguardo all’inclusione in ogni sua forma. Inclusione che porta benessere e può avere molto a che fare con l’allestimento degli spazi e l’accesso alla tecnologia.
Mettere le persone al centro: è la strategia “corporate” per eccellenza. Leggiamo praticamente ovunque di nuovi progetti DEI (Diversity, Equity, Inclusion) nelle aziende, tanto da trovarci spesso a pensare: quanti si limitano a dirlo e quanti lo fanno davvero? Non avendo i mezzi per indagare così a fondo, proviamo a stilare una breve check list dedicata all’aspetto che più si avvicina alla nostra essenza tecnologica: l’architettura degli spazi di lavoro.
Ci aiuta, in questo, un recente paper di Covivio. La società immobiliare internazionale si è infatti interrogata circa la possibilità di promuovere la diversità e l’inclusione attraverso una diversa progettazione degli uffici. “Dal workplace al life place. Scenari e linee guida per progettare spazi di lavoro più inclusivi”, questo il titolo del documento redatto in collaborazione con Total Tool e Politecnico di Milano, si basa sulla felice esperienza di alcune aziende con sede a Milano.
I punti chiave del concept inclusivo
I criteri progettuali si declinano nell’arredo, nelle tecnologie e nelle attività proposte, con particolare attenzione a disabilità fisica, psichica e sensoriale, a genere e cultura, a etnia e credo religioso. Si parte dalla permeabilità degli spazi: servizi aggiornati, connettività evoluta, accesso ad aree esterne verdi e curate e integrazione con l’ambito urbano circostante. Inoltre, è importante evitare forte illuminazione, rumore (soprattutto negli open space) e colori accesi, che potrebbero generare iperstimolazione e sovraccarico sensoriale. Gli arredi dovrebbero essere ergonomici e confortevoli, le tecnologie di collaborazione performanti, aggiornate e fruibili a tutti i dipendenti. Soprattutto, correttamente spiegate e “insegnate”, per evitare disturbo tra colleghi o, per esempio, scarso ricorso a servizi digitali di prenoting di sale riunioni o altre attività.
La componente servizi è un altro aspetto chiave per il benessere delle persone. Dalle aree ristoro con differenti modalità di consumo e offerta attenta alle limitazioni alimentari, dagli spazi per l’allattamento alle aree per la spiritualità o la meditazione. Sono inoltre premiate le aziende che si dotano di ambienti polivalenti in cui ospitare workshop, laboratori, attività sportive ed eventi culturali. Ciascuna di queste aree avrà bisogno di impianti AV, luci e sistemi di presentazione e conference all’avanguardia, per accompagnare i diversi momenti esperienziali dei dipendenti. Insomma, la progettazione inclusiva è un approccio innovativo, che punta a permettere a tutti di dare il meglio di sé in ambito lavorativo.