Ormai i lettori di Connessioni hanno imparato a conoscere l’acronimo IOTA, Industry Outlook and Trends Analysis, lo studio che ogni anno AVIXA produce a favore del settore. L’ultimo è stato pubblicato a ridosso del periodo di ferie per come lo intendiamo in Italia, e porta molte belle notizie, anche se la maggior parte valgono solo a metà per l’area EMEA. Un bicchiere solo mezzo pieno per i moltissimi che con il 29 agosto inaugureranno il nuovo anno lavorativo.
Lo studio, che prende in esame il settore con prospettiva globale offrendo anche suddivisioni regionali e sui mercati verticali, si apre con i numeri positivi della crescita globale: l’attenuarsi delle restrizioni pandemiche ha dato nuova linfa a eventi, spettacoli, viaggi, divenuti trainanti, senza però intaccare gli ambiti più stabili della crescita, ovvero PA, energia e trasporti. Il risultato è che a livello globale il mercato nel 2022 supererà il picco del 2019, e crescerà da 30,7 miliardi di dollari nel 2022 a 47,2 miliardi di dollari (9% CAGR) nel 2027. Come recita il comunicato: “Man mano che i consumatori spostano le loro spese fuori casa e le pressioni inflazionistiche prendono il sopravvento, la spesa residenziale per l’AV è destinata a diminuire. Ciò consente ai trasporti di spostarsi verso l’alto, in linea con lo spostamento della spesa verso i viaggi. Mentre la ripresa della pandemia guida una crescita elevata nei luoghi di aggregazione, nei media e nell’hospitality, altri stanno beneficiando di investimenti più stabili. Tra questi ci sono la pubblica amministrazione, l’energia e i trasporti”.
Tuttavia queste tendenze sembrano toccare l’EMEA solo parzialmente: la regione APAC promette di crescere riprendendo l’espansione iniziata nei periodi precedenti, e le Americhe riprendono quota grazie ad eventi e Collaboration, rimanendo tra l’altro la regione “in cui i servizi catturano la maggior parte dei ricavi (2,1 miliardi USD nel 2022)” con i sistemi di controllo per gestione di informazioni e contenuti”. L’EMEA si trova invece ad affrontare i contraccolpi della guerra in Ucraina, che sta destabilizzando le economie di tutta la Regione in relazione al ridisegnarsi degli equilibri in campo energetico e di approvvigionamento alimentare. Con uno sguardo al nostro Paese, non aiuta certamente l’instabilità politica, che si traduce nelle elezioni del 25 settembre, e i noti problemi della gestione del lavoro, estremamente oneroso da tutti i punti di vista, economico come amministrativo. Infine, l’aumento dei tassi d’interesse, strumento che generalmente i governi scelgono per mitigare l’inflazione, sta alimentando i timori di una recessione, in conseguenza di una riduzione della domanda.
Al primo posto tra i problemi del nostro settore, questa volta condiviso con il resto del mondo, è la carenza di materiale elettronico, che si traduce nell’ormai noto shortage che rende difficile ai fornitori di mantenere il passo, dopo essere stati già colpiti da carenze e problemi logistici negli ultimi due anni. Un problema che, secondo le previsioni, non è destinato a risolversi fino al 2023 e per alcuni 2024: gli antidoti potrebbero stare nel contrastare il monopolio della produzione asiatica riportando quella dei chip “evoluti” in EU, aumentando anche la disponibilità totale per un mercato che nel 2030 raddoppierà la domanda (fonte Sole 24 ore); cosa che presuppone una politica specifica e investimenti a medio e lungo termine.
Ma in Italia siamo ancora alle prese con le elezioni politiche.