Se è vero che il Salone del Mobile rappresenta la manifestazione centrale, tenuta nella consueta location di Fiera Milano, l’impressione è che il Fuorisalone – con la sua libertà espositiva e la sua “vena di follia” – sia la migliore cornice per scoprire tecnologia e innovazione
Una settimana fa potevamo solo sperare, e auspicare, che il Fuorisalone 2017 confermasse il trend già intravisto nelle ultime edizioni, ovvero un deciso “spostamento” verso una sempre maggiore commistione tra tecnologia e design. Previsione – voi direte – non difficile: è ovvio che la tecnologia vada d’accordo col design, che è di per sé, se vogliamo, un fatto tecnologico, essendo legato alla disponibilità di nuove materie e di nuovi modi di lavorarle. Vero. Però un conto è fare una previsione, un altro conto è verificarne poi la consistenza sul campo, e mai come nel caso del Fuorisalone questa locuzione è azzeccata: la composita e stratificata manifestazione – ufficialmente definita “Milano Design Week” – si svolge infatti in tutta la città, che diviene un unico grande laboratorio di idee e di soluzioni innovative. Girando per i vari quartieri – da Brera a via Tortona, da Lambrate ai Navigli – si scopre una Milano nuova, ancora più proiettata verso il futuro, fatta di affascinanti ipotesi tecnologiche e azzardate visioni di design. Sarebbe impossibile raccogliere tutto in un breve articolo, dobbiamo accontentarci di dare un’idea di cosa sia stata questa Design Week. E siccome una settimana fa citavamo, in apertura, Robert Musil e il suo “Uomo senza Qualità”, ancora a Musil ci rifacciamo per stilare questo piccolo consuntivo, questa minuscola, densa rassegna delle tante “mirabilia” viste e intraviste, sfiorate, vissute e casualmente scoperte. Sì, perché sempre, visitando il Fuorisalone, si ha l’impressione di doversi affidare un po’ anche al caso. Cartina alla mano, ci si può dedicare a questa o a quella installazione, ma si finirà sempre, andando da una all’altra, per scoprirne una terza di cui non si immaginava l’esistenza, e che si rivela stupefacente. Sposando il celebre “sguardo assoluto” con cui Musil apriva il suo romanzo, una vertiginosa osservazione dall’alto di una grande città, “vescica ribollente posta in un recipiente materiato di case, leggi, regolamenti e tradizioni storiche” nella quale “centinaia di suoni erano attorcigliati in un groviglio metallico di frastuono da cui ora sporgevano ora si ritraevano punte acuminate e spigoli taglienti, e limpide note si staccavano e volavano via”, proviamo a vedere rapidamente quali sono state – nell’ambito del Fuorisalone 2017 – queste “limpide note”, queste “punte acuminate” in grado di spiccare, per innovatività e originalità, su un panorama vastissimo e variegato.
Esplorando le installazioni: arte, architettura, tecnologia, tradizione…con un occhio al futuro
“Electronics Meets Crafts” di Panasonic merita indubbiamente una menzione d’onore: installazione tripartita che forse più di ogni altra si è sforzata di sposare la tecnologia alla tradizione, riproducendo nei sotterranei dell’Accademia di Brera, ovvero nel cuore della Milano più antica ed arcaica, rumori, odori e sensazioni del lontano, fascinoso Giappone.
“White in the City”, invece, nelle sue diverse installazioni, ha gettato sulla città candide pennellate di pensiero architettonico e tecnologico, in particolare con gli interessanti sistemi audio isodinamici di Fonica International e con il quasi fantascientifico ambiente del Blank Hotel, allo stesso tempo minimalista e barocco, attraversato dalla tecnologia touch e projection di 3P Technologies. NEC Display Solutions si è perfettamente inserita nell’ambito di questo Fuorisalone con l’inaugurazione della nuova showroom, presso la Milano Fashion Library: un proficuo incontro tra moda e tecnologia, tra carta e video, con i display di ultima generazione suggestivamente sparsi tra libri e raccolte di riviste.
E ancora, il futuribile Materials Village, vero e proprio sguardo sulla “smart city” del (prossimo?) futuro, e i suggestivi “interni audio” proposti da Bang & Olufsen con il nuovo BeoSound Shape, sistema wireless di speaker a parete completamente personalizzabili.
Molto interessanti, pur se all’apparenza meno tecnologiche, anche le iniziative della Fabbrica del Vapore, in via Procaccini, concretizzate in ampia una raccolta di “storie di autoproduzione” di design che vanno di pari passo con l’attuale fiorire di start-up.
Impossibile poi non citare il maestoso allestimento di Audi City Lab in corso Venezia, dedicato nientemeno che alla mobilità di domani e al rapporto tra l’uomo e l’Intelligenza Artificiale. Infine, su un piano più squisitamente teorico, molto interessante l’intervento di Koert van Mensvoort, ospite di Meet the Media Guru, al Museo della Scienza e della Tecnologia, a proposito del sempre più stretto rapporto tra natura e tecnologia.
Questo Fuorisalone, insomma, è stato una settimana di passioni, stimoli intellettuali e… chilometri percorsi! L’unica pecca, infatti, è stata non la mobilità di domani, ma quella di oggi! Difficile, a volte, muoversi in questa musiliana città futuribile con mezzi di trasporto che, tra scioperi, ritardi e linee deviate, sono sembrati – au contraire – ancorati ad un passato che, credo, a tutti piacerebbe archiviare al più presto.