Lo avrete già letto e riletto, nel 2024 Integrated Systems Europe celebra 20 anni ed è proprio questo il filo conduttore, nemmeno troppo simbolico, che gli organizzatori hanno scelto per lanciare un’edizione ricca di contenuti e innovazioni. Lasciamoci accompagnare in questo viaggio dalle parole di Mike Blackman, managing director della manifestazione fin dalla sua prima edizione.
Dal 30 gennaio al 2 febbraio 2024 alla Fira de Barcelona torna ISE. Sono passati 20 anni (contando la pausa forzata del 2021) dalla prima edizione di Ginevra. La rivista Connessioni è nata qualche anno dopo, ma possiamo dire di aver accompagnato praticamente tutte le edizioni di Amsterdam, per poi approdare a Barcellona. Certo, siamo di fronte a un evento che non ha avuto “paura” di innovare, proprio come la community AV che orgogliosamente rappresenta. Quando necessario, infatti, ha cambiato location, ha riformato le aree tecnologiche e i target di pubblico, ha accolto nuove categorie e tendenze.
I dati e la storia hanno dato ragione al team di Mike Blackman, che in una lunga intervista a puntate ha ripercorso i milestone della fiera. “Il vero promotore di ISE è stato Randy Lemke di InfoComm (poi Avixa) – racconta il mananign director di Integrated Systems Events -. Sebbene ci fossero state precedenti occasioni, si è reso conto che il settore AV stava cambiando ed era necessaria una nuova manifestazione. Randy ha così contattato Billilynne Keller di Cedia e Chuck Wilson di Nsca. Insieme, hanno elaborato il piano per creare ISE”. Riflettendo sull’opportunità di prendere le redini del progetto, nel 2003, Mike ha confermato di aver prontamente compreso l’opportunità di generare qualcosa di importante.
Da Ginevra ad Amsterdam
La prima edizione di ISE si è tenuta a Ginevra: la risposta degli espositori ha superato le aspettative, ma non è stata semplice gestire. “Quando abbiamo aperto le iscrizioni – ricorda Blackman -, sembrava tutto perfetto, con centinaia di registrazioni da luoghi lontani come il continente africano. In realtà, abbiamo chiuso con 3.500 visitatori, dei quali nessuno proveniente da questi Paesi. Abbiamo capito di aver creato un’occasione per ottenere visti per l’Europa, che non si sono tradotti in altrettanti ingressi in fiera, e abbiamo dunque cambiato la gestione delle iscrizioni”.
Così, man mano che la fiera si espandeva e maturava, emergevano nuove opportunità. “Nel corso degli anni abbiamo assistito anche a un cambiamento del mercato e di strategie di R&D: sempre più aziende concentravano il lancio dei loro prodotti tra gennaio e febbraio per sfruttare il nostro palcoscenico internazionale”. Ed ecco anche il concetto di Technology Zone, pensate per aiutare i visitatori a orientarsi tra i padiglioni. “Quando siamo tornati ad Amsterdam nel 2007, dopo la temporanea esperienza di Bruxelles nel 2006, c’era confusione. Ci siamo impegnati a ripensare la disposizione degli espositori perché ISE funzionasse davvero per tutti”, conclude.
Leggi l’intervista completa di Mike Blackman nella sezione News del sito di ISE.