Ringraziamo spesso le aziende, prendendo spunto per testi e post, per le informazioni di mercato, indagini e dati che commissionano e poi mettono a disposizione dei professionisti del settore. In questo caso è Sony Professional Displays & Solutions ad aver commissionato a 3Gem una indagine sulle modalità di lavoro presso 3.000 impiegati d’ufficio tra Francia, Germania, Italia, Spagna, Uk e Polonia.
Il risultato è immaginabile e riflette quanto già abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, ma i dati sono quantomai significativi: il 46% degli intervistati ritiene che il lavoro asincrono (quindi non necessariamente svolto in orari e modi uguali per tutti, ma con la possibilità di decidere almeno in parte autonomamente a condizione di rispettare scadenze e appuntamenti comuni) sia il futuro, sia per essere più produttivi che per meglio conciliare la vita privata e il lavoro. Allo stesso tempo ritengono che gli uffici non siano adeguatamente equipaggiati per supportare il lavoro asincrono (58%), e che in generale, in prospettiva futura, disporne sia fondamentale sia per la produttività che per mantenere un buon rapporto con i collaboratori. Le statistiche sull’Italia indicano infine che il 54% dei lavoratori desidera che i datori di lavoro offrano la flessibilità necessaria per lavorare in modo asincrono.
Nel complesso, i risultati indicano che l’ufficio svolge un ruolo importante nel futuro del lavoro, tuttavia dovrebbe essere utilizzato come hub per incoraggiare la collaborazione, con il lavoro asincrono come modello per promuovere la flessibilità e l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
Una conclusione che conosciamo già nella pratica di tutti i giorni, ma che ancora le aziende non sono del tutto pronte ad accogliere, forse anche perché ancora le strutture sociali e statali la riconoscono a fatica: anche se la politica non è tra i temi che trattiamo, è pur vero che rientra nei nostri temi quando ha un ruolo nel mercato. E in questo caso in Italia, dove le condizioni lavorative previste dai contratti nazionali non rispecchiano più la realtà, un po’ di realismo non guasterebbe.
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Il comunicato completo e i dati più rilevanti per l’Italia si trovano nel fact sheet a questo link.
