Un approccio alle soluzioni AV incentrato sull\u2019utente, in questo caso lo studente, ma anche il docente e il personale della scuola, orientato alla creazione di valore, oggi e domani. \u00c8 quello profilato dalle ultime tendenze Usa in tema di tecnologie AV per l\u2019istruzione universitaria. Sfruttando l’onda digitale, infatti, Hunter Stacey, facilitatore AVIT presso la University of Southern California<\/strong>, si fa portavoce di una serie di idee non convenzionali che potrebbero davvero cambiare il volto della fruizione degli ambienti didattici.<\/p>\n Inserito anche nell’elenco dei 40 Influencer Under 40 di Commercial Integrator<\/strong>, in un recente articolo su Marketscale il professionista elenca alcune novit\u00e0 della sua esperienza educational. \u201cPartiamo dai semplici progetti di aggiornamento tecnologico delle aule, volti a migliorare le esperienze di apprendimento dei ragazzi e quelle di insegnamento dei professori – spiega -. Ma recentemente abbiamo creato anche un Digital Creative Lab che ospita infinite possibilit\u00e0 di sviluppo\u201d. Al suo interno, ologrammi per proiettare i relatori in qualunque parte del mondo, spazi per registrare podcast, studio di produzione video e ampio spazio agli e-sport. Un insieme di tecnologie di alto livello che consentono agli studenti di esprimersi in modalit\u00e0 digitale.<\/p>\n <\/p>\n La creativit\u00e0 digitale in ambito universitario non \u00e8 l\u2019unico spunto interessante. Spesso, infatti, anche nei \u201cclassici\u201d contesti AV<\/strong> gli integratori si scontrano con la mancanza di referenti interni dedicati, con i quali confrontarsi nella valutazione e nell\u2019implementazione dei progetti AV. Viceversa, una gestione totalmente esternalizzata potrebbe minare la percezione di appartenenza al progetto dei committenti. Qui entrano in gioco i facilitatori AV come Hunter Stacey: una figura diversa dagli \u201canimatori digitali\u201d previsti nella scuola italiana, un ponte tra le risorse interne e quelle esterne con tutte le competenze del caso. Non a caso, infatti, il suo operato si colloca all\u2019interno della Higher Education Technology Managers Alliance (Hetma).<\/strong><\/p>\n \u201cIl nostro scopo \u00e8 dare voce alla community universitaria e allo stesso tempo influenzarla in termini di adozione delle pi\u00f9 innovative tecnologie AV – aggiunge Hunter Stacey<\/strong> -. Altrettanto importante, dialogare con le aziende e gli integratori per capire, insieme, le nuove esigenze degli spazi di apprendimento e degli spazi ibridi\u201d. Insomma, la sinergia tra produttori, end user e system integrator pu\u00f2 definire la direzione da intraprendere, lavorando in modo pi\u00f9 collaborativo per anticipare le tendenze e anche per crearne di nuove.<\/p><\/blockquote>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" L\u2019opinione e i progetti di Hunter Stacey, facilitatore AVIT alla University of Southern California, guardano alle possibili nuove connessioni tra soluzioni AV ed esigenze dell\u2019istruzione universitaria. Che l\u2019evoluzione arrivi anche…<\/p>\n","protected":false},"author":6,"featured_media":60285,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[2497],"tags":[],"yoast_head":"\nCambia il ruolo del facilitatore AV<\/h3>\n