I sistemi audio per musica diffusa, o audio distribuito, nascono da molteplici esigenze il cui comune denominatore \u00e8 quello di diffondere messaggi vocali, o musica, in ambienti diversi da quello in cui si trova lo speaker o la sorgente sonora. Ideali per la diffusione del parlato in luoghi come stazioni ferroviarie, aeroporti, centri sportivi, uffici, parcheggi, gallerie d\u2019arte, sono altrettanto indicati per riprodurre musica di sottofondo, con eventuale inserimento di avvisi o chiamate a viva voce, in luoghi come grandi magazzini, supermarket, parchi tematici, stabilimenti balneari o termali, centri commerciali, saloni di bellezza ecc. Si tratta quindi di applicazioni specifiche ben diverse da quelle di un impianto PA per show biz, teatri e auditorium.<\/span><\/p>\n Noi ci occuperemo, nello specifico, degli <\/span>impianti a 70\/100 V<\/b> \u2013 amplificatori e altoparlanti \u2013 evidenziando le differenze rispetto a quelli tradizionali, detti anche \u201ca bassa impedenza\u201d. Scoprite le proposte <\/span>Audio Effetti<\/b> per la sonorizzazione degli ambienti che necessitano di sistemi ad audio distribuito.<\/span><\/p>\n <\/p>\n Nelle installazioni per musica diffusa una cosa \u00e8 certa: abbiamo bisogno di molti altoparlanti (da incasso, a parete o a soffitto) o diffusori, poich\u00e9 gli ambienti da sonorizzare sono vasti oppure costituiti da tante zone ben delimitate. Si pensi, nel primo caso, al terminal di un aeroporto e nel secondo caso a un museo.\u00a0\u00a0<\/span><\/p>\n Sappiamo bene, per\u00f2, che ad un amplificatore di tipo tradizionale non possiamo collegare un numero troppo elevato di altoparlanti, per problemi di carico. Due identici altoparlanti da 8 ohm in parallelo su un\u2019uscita vengono infatti visti dall\u2019amplificatore come un carico (impedenza) di 4 ohm, e quattro altoparlanti come un carico di 2 ohm e via di seguito<\/span>. <\/span>Continuando ad aggiungere diffusori, l\u2019impedenza si abbassa sempre di pi\u00f9, arrivando a valori che possono approssimarsi al corto circuito, con le potenze che in corrispondenza continuano ad aumentare. In queste condizioni \u2013 possono essere alcune migliaia di watt \u2013 l\u2019amplificatore non pu\u00f2 continuare ed erogare potenza e arriva ad un punto tale in cui intervengono le protezioni. Fatta questa premessa, se prevedete di dover collegare molti altoparlanti\/diffusori al vostro amplificatore, non vi restano che tre possibilit\u00e0:<\/span><\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n <\/b><\/p>\n \u2026ed \u00e8 proprio su quest\u2019ultima che ci concentreremo.<\/span><\/p>\n <\/p>\n I sistemi a tensione costante, tipicamente 100 ma anche 70 V (standard pi\u00f9 utilizzato in USA), sono stati studiati per semplificare al massimo il problema della distribuzione della potenza agli altoparlanti e della variazione del carico dovuta all\u2019inserzione (o rimozione) sulla linea degli altoparlanti stessi. Il termine \u201ca tensione costante\u201d si riferisce unicamente al fatto che, nei circuiti predisposti, la tensione prodotta dall\u2019amplificatore rimane costante anche per notevoli variazioni dell\u2019impedenza di carico.\u00a0<\/span><\/p>\n Gli amplificatori a 100 V si differenziano completamente da quelli tradizionali a 2 canali, o multicanale, innanzitutto perch\u00e9 sono <\/span>monofonici<\/b>. La stereofonia non ha alcuna importanza in un contesto in cui non ci troveremo mai in mezzo a due diffusori Left e Right come nel salotto di casa o in uno studio di registrazione. Se si collega una sorgente stereo, come lo sono la maggior parte escluso il microfono, l\u2019amplificatore sommer\u00e0 i due canali generando un segnale mono L + R e diffonder\u00e0 a tutti gli altoparlanti\/diffusori collegati lo stesso segnale, amplificato.<\/span><\/p>\n La seconda, ma pi\u00f9 importante differenza, riguarda l\u2019uscita: <\/span>negli amplificatori a 100 V \u00e8 presente un morsetto comune e uno ad alta tensione, 100 V appunto.<\/b> A questi morsetti si collegano tutti gli altoparlanti in parallelo che fanno parte del nostro sistema di diffusione: dall\u2019amplificatore al primo altoparlante, dal primo al secondo, dal secondo al terzo e cos\u00ec via, senza oltretutto preoccuparsi troppo della sezione del cavo e della sua lunghezza, che pu\u00f2 arrivare facilmente a 100 m.\u00a0<\/span><\/p>\n <\/p>\n A questo punto sorge spontanea una domanda: quanti altoparlanti posso collegare? La risposta \u00e8 molto semplice poich\u00e9 la determinazione della potenza applicata pu\u00f2 essere effettuata con un calcolo semplicissimo, che semplifica di non poco la vita agli installatori! In pratica, basta sommare le potenze dei singoli altoparlanti. Detto in altre parole, se ci troviamo nel caso ideale e abbiamo a disposizione un amplificatore da 100 W @ 100 V, ad esso si potranno collegare:<\/span><\/p>\n La potenza totale \u00e8 sempre 100 W! La cosa bella \u00e8 che il sistema funziona anche con altoparlanti di potenze diverse, combinandoli assieme. Sempre in riferimento al caso precedente, potrei collegarne 5 da 10 W cadauno (5 x 10 = 50 W) e 10 da 5 W cad. (10 x 5 W = 50 W) per un totale di 15 altoparlanti su una sola linea!\u00a0<\/span><\/p>\n Abbiamo parlato di caso ideale in quanto, nella pratica, \u00e8 bene utilizzare solo l’80\/85% della potenza totale disponibile per evitare la distorsione da saturazione del <\/span>trasformatore<\/b>, l\u2019elemento circuitale fondamentale che contraddistingue un ampli a 100 V da uno tradizionale ed \u00e8 responsabile anche della sua qualit\u00e0 sonora. Il trasformatore\/elevatore incorporato nell\u2019ampli alza infatti la tensione fino a 100 V, mentre un secondo trasformatore di step-down – questa volta integrato in ogni singolo altoparlante\/diffusore – l\u2019abbassa fino al normale livello di utilizzo.\u00a0<\/span><\/p>\n Nei sistemi audio distribuiti a tensione costante, sia l\u2019amplificatore che gli altoparlanti\/diffusori devono quindi essere predisposti per funzionare a 100 V.\u00a0<\/span><\/p>\n <\/p>\n Spaziando nel catalogo Audio Effetti troviamo diversi amplificatori basati su questa modalit\u00e0 di funzionamento. Uno particolarmente interessante \u00e8 il <\/span>COMBO60<\/b><\/a> di <\/span>Audiophony<\/b>, un apparecchio della serie PA (Public-Address) compatto e ultra-efficiente che si distingue per la sua versatilit\u00e0. In un unico chassis include infatti un sintoamplificatore con 2 ingressi linea (CD e AUX) e uno MIC, un mixer a 3 canali e un lettore multimediale di file da chiavetta USB. Versatile, grazie ad un equalizzatore a tre bande, alla funzione di tele-paging (che consente di collegare un sistema PA per la messaggistica remota) e all\u2019uscita priority di sicurezza, vanta una potenza massima di 60 W e, oltre alla linea a 100 V, pu\u00f2 pilotare diffusori di tipo tradizionale a bassa impedenza su 4, 8 o 16 ohm.\u00a0<\/span><\/p>\n <\/p>\n Sempre di <\/span>Audiophony<\/b>, segnaliamo poi un finale a 4 canali in grado di erogare ben 4 x 240 W su linea a 100 V: <\/span>AMP4240MKII<\/b><\/a>. <\/b>Questo amplificatore \u00e8 caratterizzato da dimensioni formato rack standard (2U di altezza), un peso di soli 7,2 kg ma soprattutto da un design essenziale, con le griglie di aerazione frontali (internamente sono presenti le ventole), visto che svolge solo la funzione di amplificatore di potenza. Le poche regolazioni presenti si trovano sul retro, come quella per variare la sensibilit\u00e0 dei canali d\u2019ingresso e d\u2019inserire un filtro passa-alto a 180 Hz sugli stessi. I connettori sono Euroblock sia per gli ingressi che per le uscite.\u00a0<\/span><\/p>\n <\/p>\n Infine, molto interessante – per vari motivi, non ultimo il prezzo\u00a0 – anche il mixer\/ampli da 40 W <\/span>Rondson PA-40<\/b><\/a>. Questo piccolo integrato innanzitutto \u00e8 estremamente semplice ed intuitivo da utilizzare, non serve essere del settore. I pochi comandi sul pannello frontale permettono la regolazione del volume del microfono, eco, toni (bass \/ treble) e volume musica, cui si aggiungono quelli per il lettore multimediale. L’unit\u00e0 USB pu\u00f2 riprodurre file MP3 o WMA tramite chiavetta USB o SD card. Presente anche la funzione registratore dagli ingressi da 1 a 3 e il modulo Bluetooth per streaming audio da smartphone, tablet, PC o qualsiasi altro dispositivo abilitato.<\/span><\/p>\n Sul retro spicca un ingresso aux RCA, uscita diffusore a bassa impedenza (4 ohm) e 100 V con morsetti a vite (stile hi-fi) e un ingresso per alimentarlo in continua a 12 \u2013 24 V<\/span>DC <\/span>.<\/span><\/p>\n <\/p>\n \u2026e proprio per questo ne abbiamo selezionati, per voi, tre diverse tipologie.\u00a0<\/span><\/p>\n Rondson<\/b>, marchio francese rivolto nello specifico al settore delle installazioni, ha in catalogo una serie di altoparlanti da incasso a 100 V di cui fanno parte le <\/span>CSL 630 N<\/b><\/a>. <\/b>Si tratta di un modello a 2 vie con woofer da 12 cm di diametro e potenza su linea a 100 V di 20, 10 o 5 W. Posto ad una altezza fra 4 e 5 m dal suolo, \u00e8 in grado di coprire un\u2019area da 65 a 100 m<\/span>2<\/span>. S\u2019installa in maniera facile e veloce. Dotato di griglia metallica piatta e magnetica di colore nero (disponibile anche il modello bianco, <\/span>CSL 630<\/b><\/a>), rappresenta una soluzione ideale per installazioni di alta qualit\u00e0 con un occhio, per\u00f2, al prezzo.\u00a0<\/span><\/p>\n <\/p>\n Un\u2019alternativa \u00e8 rappresentata dal pi\u00f9 economico <\/span>CSL-506<\/b><\/a>, un modello a<\/span> banda larga da 130 mm<\/span> per montaggio a soffitto, chassis in plastica e griglia metallica, funzionamento a tensione costante da 70 e 100V con selezione di 3 potenze: 3 \/ 6 \/ 12 W max.<\/span><\/p>\nQuando gli altoparlanti non bastano mai!<\/b><\/h3>\n
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Come funzionano gli impianti a 100 V?<\/b><\/h3>\n
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Amplificatori a 100 V per ogni esigenza<\/b><\/h3>\n
Altoparlanti e diffusori a 100 V, non c\u2019\u00e8 che l\u2019imbarazzo della scelta<\/b><\/h3>\n