Durante ISE abbiamo dedicato uno degli editoriali dei Daily della fiera al problema dello \u201cshortage\u201d, ovvero della carenza di materie prime e componenti che si \u00e8 innescata con la pandemia e che fa fatica ad essere assorbito, anche a causa degli avvenimenti pi\u00f9 recenti come il conflitto bellico in atto. Come un volano che si \u00e8 avviato, oggi \u00e8 pi\u00f9 difficile governarlo e riportarlo su binari accettabili: come molti costruttori ci hanno raccontato, sia italiani che esteri perch\u00e9 \u00e8 un problema che ci accomuna tutti, la disponibilit\u00e0 dei prodotti \u00e8 una discrimine ormai di primo piano nella presentazione dei progetti.<\/span><\/p>\n Tanto che anche i colossi si stanno muovendo per ridare nuova linfa alla produzione della componentistica, accollandosi di fatto parte del problema. Samsung ha infatti annunciato che investir\u00e0 356 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per accelerare la crescita nel settore dei semiconduttori, ma anche in altre aree tecnologiche. L’azienda ha dichiarato che gli investimenti fino al 2026 guideranno la crescita di Samsung in aree di mercato quali il settore dei chip e quello biofarmaceutico, e prevede che fino all’80% degli investimenti sar\u00e0 utilizzato in Corea del Sud. L’investimento dovrebbe inoltre creare 1,07 milioni di posti di lavoro e rappresenta un + 30% rispetto ai precedenti investimenti di Samsung nel quinquennio 2015-2020.<\/span><\/p>\n Ci sar\u00e0 da vedere se i piccoli costruttori riusciranno a stare al passo, aggiudicandosi la loro quota di materiali, e assicurando cos\u00ec la pluralit\u00e0 delle soluzioni presenti sul mercato.<\/span><\/p>\n <\/p>\n