Il tema del Coronavirus invade blog e stampa, a tutti i livelli: l’argomento \u00e8 naturalmente e ovviamente primario, urgente e imprescindibile, ma esiste anche un altro presente e, soprattutto, un futuro. Per cui abbiamo deciso di concederci una \u201cpausa\u201d, e allargare lo sguardo anche ad altri temi. Almeno per questa volta.<\/strong><\/p>\n Non solo \u00e8 possibile, ma \u00e8 doveroso pensare a un utilizzo etico della tecnologia, a maggior ragione quando entra in maniera prepotente nella sfera di competenza dell\u2019umano. Lo scorso 28 febbraio la Pontificia Accademia per la Vita, IBM, Microsoft, la FAO e il Governo italiano hanno firmato la Call for an AI Ethics<\/em>, documento nato per sostenere un approccio etico all\u2019Intelligenza Artificiale<\/strong> e promuovere tra organizzazioni, governi e istituzioni un senso di responsabilit\u00e0 condivisa con l\u2019obiettivo di garantire un futuro in cui l\u2019innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creativit\u00e0 umana e non la loro graduale sostituzione. Un obiettivo lodevole e interessante, e che speriamo possa dare una risposta ai timori per un futuro che tutti vediamo sempre pi\u00f9 automatizzato e robotizzato: quella che potrebbe rappresentare una occasione di miglioramento nell\u2019efficienza lavorativa e produttiva, da alcuni \u00e8 infatti percepita come un rischio di perdita di posti di lavoro, ma soprattutto dell\u2019unicit\u00e0 e di valori umani.<\/p>\n La Call ha messo a punto una serie di \u201craccomandazioni\u201d per l\u2019utilizzo dell’Intelligenza Artificiale secondo i principi di una buona innovazione:<\/p>\n Dopo la firma, mons. Vincenzo Paglia ha letto il discorso rivolto ai partecipanti da Papa Francesco: “L\u2019intento della Call \u00e8 dar vita a un movimento che si allarghi e coinvolga altri soggetti: istituzioni pubbliche, ONG, industrie e gruppi per produrre un indirizzo nello sviluppo e nell\u2019utilizzo delle tecnologie derivate dall\u2019IA. Da questo punto di vista possiamo dire che la prima firma di questa call non \u00e8 un punto di arrivo, ma un inizio per un impegno che appare ancora pi\u00f9 urgente e importante di quanto fin qui fatto. [\u2026] Il testo della Call si caratterizza anche per essere un primo tentativo nel formulare un insieme di criteri etici con comuni riferimenti di valore, offrendo un contributo all\u2019elaborazione di un linguaggio comune per interpretare quanto \u00e8 umano”.<\/p>\n\n