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La transizione digitale e quella energetica costituiscono le due grandi sfide del presente e del futuro per il mondo tecnico che ruota attorno all\u2019installazione di impianti; ma a ben vedere sono un\u2019unica cosa che impone un salto culturale e organizzativo di un settore ancora troppo frammentato. Non a caso si parla sempre pi\u00f9 frequentemente di\u00a0Digital Energy<\/b>, ovvero lo scenario entro il quale si andranno a collocare tutti gli sviluppi prossimi futuri dell\u2019impiantistica in ambito home, building e city.<\/p>
Fin dal 2010 l\u2019Energy Performance of Buildings Directive dell\u2019Unione Europea<\/b>\u00a0ha fissato gli obiettivi sfidanti che pongono al 2030 e al 2050 gli step intermedi e finali della completa decarbonizzazione del settore, che si baser\u00e0 su una diffusa elettrificazione degli impianti e su una gestione intelligente dell\u2019energia attraverso una massiccia iniezione di digitalizzazione, che deve trasformare ogni edificio da consumer a prosumer. Questo \u00e8 lo scenario in cui si svilupper\u00e0 la professione tecnica nei prossimi decenni, con una convergenza di\u00a0competenze in ambito elettrico, elettronico e termoidraulico<\/b>\u00a0che dovranno essere patrimonio condiviso di ogni impresa di progettazione e installazione tecnica.
Per questo pi\u00f9 che di smart installer oggi dovremo cominciare a parlare di\u00a0green installer<\/b>, delineando con chiarezza il futuro di una professione che costituir\u00e0 un nodo fondamentale per il raggiungimento dei risultati che l\u2019Italia e l\u2019Europa si sono posti.<\/p>\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t