Il Gruppo SCAI fa il punto su quella particolare entità che va sotto il nome di “Metaverso” con un interessante approfondimento a partire da dati e informazioni tratte da studi di McKinsey, Wunderman Thompson e Forrester Research, su tendenze e previsioni globali e su alcuni ambiti di applicazione. Uno sguardo sugli scenari che si stanno delineando per il settore #ICT e non solo. Eccone una sintesi.
Secondo Matthew Ball, venture capitalist e saggista, il Metaverso non è un mondo virtuale o uno spazio, ma una sorta di fase successiva di Internet mobile – un framework per una vita estremamente connessa. “Il Metaverso”, scrive, “emergerà lentamente nel tempo man mano che diversi prodotti, servizi e capacità si integreranno e si fonderanno insieme”. Insomma, cos’è questo Metaverso e come possiamo rapportarci ad esso, che sembra destinato a occupare ampia parte del nostro futuro? Nella sua interessante disamina, il Gruppo SCAI affronta il Metaverso da varie angolature, compresa la fatidica quanto inevitabile prova del mercato, le cui stime vanno dai 5 ai 13 trilioni di dollari entro il 2030, con un totale di utenti pari a circa cinque miliardi.
Anche senza spingersi troppo avanti nelle previsioni, stanno già nascendo modelli di business (Direct-to-Avatar), nuovi mercati e nuove opportunità che avranno un chiaro impatto sulla crescita di un’economia basata interamente sul digitale, ma fortemente ancorata alla realtà fisica. Quando si parla di Metaverso, dunque, non si tratta di una “rinuncia” al mondo fisico, ma di un nuovo “strato tridimensionale” dell’esperienza di navigazione in Internet, un layer che si aggiunge al percorso evolutivo della rete: dall’Internet 1D al mondo 2D social per giungere a una terza dimensione che genererà valore per le aziende solo se si riuscirà a definire l’interoperabilità tra le piattaforme, protocolli standard di trasferimenti di asset e identità digitali.
Ma attualmente, a che punto siamo? In quella che, nell’approfondimento della redazione SCAI (che trae spunto da report di McKinsey, Wunderman Thompson e Forrester Research), viene definita “fase interlocutoria”. Se si guarda nello specifico all’Italia, in base al Rapporto Anitec-Assinform rilasciato a giugno emerge che ci troviamo ancora in una fase embrionale che non consente di definire un vero e proprio mercato: al più, si può prevedere che anche sul nostro territorio la crescente diffusione di tecnologie come l’Augmented Reality, la Blockchain e le criptovalute consentiranno di sfruttare le potenzialità economiche del Metaverso. In questa fase restano aperte tante domande: come si realizzerà il bilanciamento tra il mondo fisico e un mondo virtuale che possa essere costruito come un ambiente sicuro, possibilmente secondo principi di responsabilità ed equità? Come si riallineeranno i framework sulla privacy e sulla sicurezza?
Siamo quindi di fronte alla nascita di un’economia digitale che si intreccerà con quella tradizionale senza sostituirla? Una sorta di Web 3.0, con mondi virtuali come Decentraland, The Sandbox, Somnium Space o Cryptovoxels? Quello che è certo è che le aziende stanno sviluppando sempre di più dipartimenti dedicati alla realtà virtuale, e i consumatori, dal canto loro, stanno adattando le loro abitudini, sviluppate nel mondo fisico, a quello virtuale, dando vita ai nuovi modelli di business direct-to-avatar (D2A). Secondo un rapporto di Wunderman Thompson del settembre 2021, il 93% dei consumatori globali concorda sul fatto che la tecnologia è il nostro futuro, e il 76% afferma che la propria vita quotidiana e le proprie attività dipendono dalla tecnologia.
Insomma, se l’argomento vi interessa, non vi resta che tuffarvi nell’approfondimento curato dal Gruppo SCAI, che riporta moltissimi spunti e informazioni utili. Che il Metaverso sia già dietro l’angolo?
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