Per la prima volta in trent’anni, il concertone del 1 maggio è stato diffuso in diretta streaming. Niente piazza affollata, niente urla, niente applausi: sarà forse il nuovo modo di vivere gli eventi live?
L’Italia, primo paese occidentale a trovarsi di fronte all’emergenza Covid-19, è stata anche la prima nazione a sperimentare l’uso dello streaming in diretta per abbattere i confini tra musicisti e fan, dato che molti artisti hanno iniziato a proporre veri e propri concerti dal salotto di casa. Novità replicata, in grande, per il tradizionale concerto trasmesso in tv la sera della Festa dei Lavoratori.
E così Ambra Angiolini, collegata da una Piazza San Giovanni ovviamente vuota, ha presentato il 1 maggio in streaming: virtualmente protagonisti, tanti volti noti della musica italiana e internazionale quali Vasco Rossi, Gianna Nannini, Zucchero, Patti Smith e Sting; alcuni artisti si sono esibiti in tutta sicurezza, senza pubblico, sul palco dell’Auditorium “Parco della Musica”, altri avevano registrato in video i loro brani. A rendere possibile tutto questo, diverse tecnologie AV distribuite da Exhibo come i Mixer D-LIVE S7000 e gli stage rack DM 64 targati Allen&Health. K-Array, ormai sul palco da qualche edizione, ha fornito molteplici sistemi per il monitoraggio dei musicisti, mentre da Sennheiser venivano tutti i microfoni, condensatori e radio.
La domanda a questo punto è d’obbligo: lo streaming piace al pubblico? Se lo sono chiesto gli organizzatori del festival MI AMI (attualmente posticipato a settembre) e il portale Rockit.it, che nei giorni scorsi hanno lanciato un’indagine anonima sulla percezione del futuro dei concerti, subito diventata virale. Dalle risposte pare che questa modalità non sia particolarmente gradita e che il pubblico non sia disposto a pagare per assistere a un concerto attraverso uno schermo, ritenendolo un servizio gratuito e di bassa qualità.
Rimarranno sempre di questa opinione? Lo sapremo più avanti, ma la virtualizzazione degli eventi sembra comunque essere un’opportunità per gli operatori del settore, che anche secondo il settimo AVIXA COVID-19 Impact Survey vedono nel digitale l’unico modo per riprendere a lavorare. Il coronavirus ha messo in quarantena la musica dal vivo, che sarà l’ultima a uscire dal lockdown. Ecco perché, con i teatri chiusi e il consiglio di non uscire di casa, lo streaming rappresenta una valida soluzione per continuare a godere di eventi live a distanza di sicurezza. Anche se mancano l’aggregazione e la condivisione, ovvero l’essenza dei concerti dal vivo, la musica può ancora regalare emozioni ed essere d’aiuto in questo momento così particolare e difficile.