Dopo l’annus horribilis 2020, in cui saltò completamente, e dopo l’edizione interessante ma in tono minore (e piena di precauzioni) dell’anno scorso, quest’anno la Design Week è tornata a vestire Milano di futuro, con tutta la dirompente forza delle idee e della tecnologia.
Una grande partecipazione, in termini numerici, ha premiato la scelta di un’edizione senza eccessive restrizioni dal punto di vista sanitario: ai visitatori non può non aver fatto piacere la libertà di girare tra le location anche senza mascherina, seppur con la prudenza di ingressi ben regolati e moderatamente contingentati. Quale, dunque, il leit motiv (se ce n’è stato uno) di questa edizione 2022? A nostro avviso, la Design Week si è connotata per un intreccio di tematiche, che si sono strette in un nodo inscindibile, evidente in alcune installazioni, forse un po’ meno in altre, ma sempre egualmente aleggiante sulla manifestazione: l’apertura al concetto di “metaverso” da una parte, visto come l’estensione ad libitum dell’IoT e della interconnessione intelligente tra apparecchiature tecnologiche, e la sostenibilità ambientale dall’altra, con il continuo richiamo alla necessità di recuperare una dimensione più simbiotica con la Natura, con il pianeta.
Certo un peso, nella scelta di questi temi dominanti, va attribuito anche alla terribile guerra tra Russia e Ucraina che, se da una parte sta facendo tremare il mondo per l’agitarsi di spettri inenarrabili (estensione del conflitto, utilizzo di armi nucleari), dall’altra sembra anche stare rappresentando, per via delle sanzioni comminate alla Russia, una sorta di “opportunità” (ovviamente virgolette d’obbligo) per ripensare il mondo su basi maggiormente ecologiche, e indipendenti dalle fonti energetiche sinora maggiormente utilizzate e sfruttate. Tema certo non nuovo, e non occorreva sicuramente una guerra per portarlo in primo piano: ma non c’è dubbio che i (possibili) tagli alle forniture di combustibili fossili che vengono ventilati per il prossimo autunno/inverno abbiano rappresentato, e rappresentino, una sorta di incentivo a pensare a soluzioni alternative, soluzioni che esistono e che attendono solo la spinta decisiva per il loro sviluppo. Ecco, il Fuorisalone 2022 sembra aver riflettuto soprattutto su questo, mettendo in scena, da via Tortona a Brera, dalla Darsena a Lambrate, una doppia istanza: da una parte, una voglia di “fuga dal reale”, o di creazione di un altro reale (metaverso, esplosione dell’IA e suo ingresso nella vita di tutti i giorni); dall’altra, un desiderio – apparentemente antitetico ma in realtà complementare – di recupero della naturalità, anche e soprattutto in contesti urbani, con un forte investimento su mobilità sostenibile, architetture ecologiche e tecnologia non più solo al servizio dell’individuo, ma anche della collettività – intesa come popolazione globale, intesa come… pianeta!
Ce la faremo, in tempi brevi, a trovare rifugio in un “metaverso sostenibile”? La tecnologia e il design, oltre a partorire sogni, li possono anche realizzare a tutti gli effetti? Staremo a vedere! Intanto, chi ha potuto partecipare a questo Fuorisalone ha avuto un assaggio di mondo futuro in cui il “passo indietro” necessario per garantire il benessere di tutti non è stato presentato come “decrescita felice”, bensì come vivace, brillante e frizzante investimento su tecnologie che non si pongono alcun limite. E per saperne di più, con approfondimenti sulle installazioni che abbiamo visitato e su alcune delle più stimolanti novità tecnologiche, in particolare per domotica e IoT… non vi resta che seguirci e non farvi scappare l’ampio reportage che stiamo preparando e che uscirà sul prossimo numero di “Connessioni”!