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Recentemente è stato divulgato il comunicato stampa di chiusura di ISE 2019, con nuovi record di presenze: che sia stata una edizione interessante era già noto a tutti, ma i numeri hanno offerto qualche riflessione in più. Se ogni fiera è infatti lo specchio del mercato che rappresenta, gli operatori del settore sono autorizzati a pensare che stanno spendendo le proprie energie nella giusta direzione.
Innanzitutto i visitatori: quelli registrati sono stati 81.268, a fronte degli 80.923 del 2018, quindi ancora una crescita benché meno accentuata degli anni scorsi. Ma è anche comprensibile che la maggioranza del mercato risulti coperta, e non a caso sia la fiera, sia le associazioni che ci stanno dietro, AVIXA specialmente, stanno lavorando per includere anche tutte le figure professionali coinvolte nel settore, gli end user professionali appunto, benché non siano system integrator e installatori. E’ sceso di alcuni punti anche il numero dei nuovi visitatori, passato dal 38% al 31%, anche questo segno dello stabilizzarsi delle presenze. Interessanti invece le 20.000 presenze registrate per il venerdì, ultimo giorno di fiera, che parlano di un 4° giorno ormai “accreditato” e consolidato.

Da tempo lo spazio del RAI di Amsterdam si è esaurito, obbligando l’organizzazione a predisporre ben due tecnostrutture per ospitare le aziende che non hanno trovato collocazione (e spostare la fiera a Barcellona dal 2021); costruite benissimo ma che allo stesso tempo hanno creato un po’ di disparità tra le posizioni degli stand. Di pari passo con i visitatori, è cresciuto anche lo spazio espositivo occupato, e il numero degli sponsor: 56.100 metri quadri, contro i 53.313 di anno scorso, e 1.301 espositori a fronte dei 1.296 del 2018, anche qui un dato coerente con i corrispondenti numeri delle presenze.
La formazione, come sempre, è stato uno dei piatti forti della fiera, quest’anno con la novità dell’Hotel Okura, a pochi passi dal RAI, dove sono state dislocate la maggior parte delle conferenze, anche per recuperare salette e spazi meeting dentro il centro congressi: a quanto sembra la breve passeggiata (o transfer in navetta) non ha scoraggiato i partecipanti. Sono invece rimaste tra le mura del RAI le conference pre fiera, il nostro AudioForum, che ha registrato oltre 140 iscrizioni per un programma a cavallo tra sound design e tecnologia, e la Smart Building Conference organizzata da ISE stessa. Novità di quest’anno, il Main Stage del padiglione 8, pensato per attrarre visitatori nella Hall più remota della manifestazione, dove sono state presentate best practice e interventi di esperti e “futurologi”.
Un po’ sotto le aspettative, invece, gli eventi e interventi legati ad AV e creatività, tema di quest’anno che invece avrebbe potuto essere, crediamo, argomento di grande appeal. Bart Kresa, che ha tenuto l’opening address, è un artista affermato, ma forse non ugualmente abile nel coinvolgere il pubblico in possibili scenari, mentre le due opere in esterno, la sua Sviatovid – videomapping su una forma geometrica di 5 m di altezza, collocata all’entrata G – e il mapping sull’Hotel Nhow, adiacente al RAI, hanno interessato ma probabilmente non lasciato a bocca a aperta i visitatori.
In attesa del report completo che ISE normalmente divulga verso inizio marzo, chiudiamo con un altro numero: i 30 anni di attività che CEDIA ha festeggiato proprio ad Amsterdam, con un panel di seminari ancor più ricco e il taglio della torta davanti a 200 invitati.
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