MeCtech srl di Faenza ha fatto della distribuzione Watchout e del supporto a chi si occupa di show multimediali la sua mission… ma sta consolidando la propria posizione anche nel processing per installazioni fisse. Una nuova avventura di cui abbiamo parlato con i soci dell’azienda, nell’ampia e accogliente sede nuova.
Specializzata, concreta, fedele alla distribuzione di soluzioni che sono divenute nel tempo uno standard… la società fondata da Claudio Ceroni, nel settore dal 1987, e da Matilde Bandini festeggia quest’anno i 20 anni dalla nascita di Watchout facendosi un regalo: non solo una nuova sede, con spazi dove svolgere corsi e attività formative, ma anche qualche novità nel modello di business, inserendo nel proprio portfolio alcuni prodotti per la gestione complessa di video, audio ed interattività adatti a installazioni fisse, specialmente in ambito museale.
È stato quindi un piacere andare a trovare Claudio e Matilde, prendere posto nella nuova sala riunioni, e ripercorrere insieme la storia dell’azienda, di Watchout – il sistema Dataton multi display per creare show e presentazioni video – e farsi raccontare le nuove strategie.
Connessioni – Su cosa si basa la longevità di Watchout?
Claudio Ceroni – Oggi tutti conosciamo il software Watchout, ma Dataton ha aggiunto anche l’hardware, curando moltissimo la qualità. In questo modo, il software si basa su hardware con caratteristiche professionali e di grande affidabilità, riuscendo a ottenerne il meglio. Non a caso ha sviluppato i Watchpax, potenti media player in varie declinazioni. Il sistema è conosciuto per la sua capacità di gestire situazioni video complesse in tempo reale; accetta tutti i formati grafici più comuni ed i maggiori formati video, inclusi quelli a bassa compressione che richiedono quindi il processamento di grandi quantità di dati. Infatti, la qualità non è data solo dal 4K in sé, ma anche dalla bassa compressione, anche se questo ovviamente complica le operazioni di processing del segnale. Insomma, Watchout nasce per tutto questo.
C – Perché Dataton ha voluto sviluppare media player proprietari?
CC – Ha preferito sviluppare prodotti interamente dedicati alle funzionalità video e non utilizzare soluzioni standard capaci di fare “anche” quello. Si evita così che il software chieda all’hardware cose che non è in grado di portare a termine; inoltre l’ingegnerizzazione, la componentistica, la capacità di elaborazione sono a livello strettamente professionale, e con caratteristiche di grande stabilità e affidabilità. Anche le funzionalità di Watchnet, il software per la gestione remota dei sistemi Watchout, assicurano la coerenza qualitativa di tutto l’eco-sistema Dataton. Infine, la soluzione riesce a spaziare da necessità semplici a situazioni molto complesse, con un numero elevatissimo di sorgenti e uscite da gestire, a costi controllati.
C – Il mercato oggi guarda molto all’integrazione tra immagine e luce. Watchout come si comporta?
CC – Il sistema è capace di gestire protocolli tipici di quel mondo come DMX, tramite Artnet su IP. Può gestire i segnali oppure essere inserito in un network come “slave”, ma non può ovviamente competere con un banco luci, si tratta di prodotti concepiti per utilizzi diversi ma interagibili tra loro.
C – Ma uno strumento così complesso non cozza con la tendenza verso prodotti sempre più plug & play?
CC – Disporre di prodotti fantastici ma troppo complicati equivale quasi a non averli, Watchout invece si conosce rapidamente: già con un breve corso si riesce a comprenderne l’architettura e a utilizzarlo.
C – Nonostante la soddisfazione per Watchout avete deciso di ampliare la distribuzione con un nuovo prodotto…
CC – In realtà abbiamo fatto questo passo proprio perché così soddisfatti di Watchout! Blocks di Pixilab è un sistema di gestione segnali e contenuti molto versatile e affidabile, ma adatto a installazioni fisse e creato da ex sviluppatori di Dataton. In particolare, è perfetto nelle installazioni museali e artistiche, dove vi sono segnali e sistemi di visualizzazione differenti, dai display ai videoproiettori, fino alle audioguide, ma senza continue variazioni. Un settore dove desideriamo essere sempre più presenti.
C – Quindi integrerete anche nuove strategie commerciali?
CC- Stiamo già lavorando in questo ambito da tempo, ma avevamo bisogno di strumenti più specifici. Rimaniamo tuttavia fedeli al modello di distribuzione classico: i nostri clienti sono in questo caso installatori e progettisti, service e fornitori, non vendiamo mai direttamente alla committenza, anche se sappiamo l’importanza di farsi conoscere anche dal cliente finale.
C – I vostri progetti per l’ormai imminente 2020?
CC – Desideriamo incrementare le opportunità formative per i nostri partner e partecipare a più manifestazioni di settore, abbinando alla presenza a ISE con Dataton anche qualche partecipazione in Italia.
www.mectech.it
www.dataton.com