Paso ha raccolto le testimonianze di alcuni suoi collaboratori, che hanno raccontato le loro storie professionali e personali dell’ultimo anno.
2020, un anno che tutti noi ricorderemo e che sarà ricordato nella storia. E come tutte le grandi crisi ci ha insegnato qualcosa. A un anno dal primo lockdown, Paso ha voluto raccogliere alcune testimonianze dei suoi collaboratori: come hanno vissuto, lavorato e imparato in modo diverso a causa della pandemia. Marina, Stefano, Hasna, Andrea e anche Antonio Faccioni, AD di Paso si sono in qualche modo reiventati, e hanno continuato a lavorare.
Marina, che ama la citazione “Non tutta la pandemia viene per nuocere”, vede nell’accelerazione tecnologica imposta dal Covid, la possibilità di realizzare in breve tempo progetti (informatici) che hanno migliorato la nostra vita quotidiana. Stefano, che ha un lavoro che si basa sulle relazioni interpersonali, all’inizio ha avuto qualche difficoltà, ma poi grazie alla tecnologia ha potuto dialogare via web e continuare a lavorare senza mai fermarsi. Hasna, che si dedica ai mercati internazionali, ha imparato, approfondito e cambiato il suo modo di lavorare e sottolinea l’importanza dei webinar, di cui è stata spesso speaker, che le hanno permesso di conoscere nuovi professionisti, sviluppare quindi la sua rete professionale, incrementando conoscenze e competenze. C’è anche Andrea, che definisce la pandemia come un “imprevisto” del Monolopy, riflettendo sull’importanza dell’ambiente e della sostenibilità. Infine, per Antonio Faccioni l’emergenza ci ha insegnato che non bisogna più dare nulla per scontato e che tutto può cambiare in un momento.
Paso, dunque, ha capito bene la necessità di organizzarsi in maniera diversa per soddisfare le esigenze dei clienti. Grazie anche alla disponibilità del suo staff ha continuato presentare i prodotti e a incontrare i partner, anche se a volte in maniera diversa.
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